21
Nov
Nonostante sia cresciuta notevolmente la consapevolezza della popolazione rispetto ai rischi di un’alimentazione poco equilibrata, sembra che negli ultimi 30 anni l’offerta dei fast food sia addirittura peggiorata.
La notizia è stata diffusa dai ricercatori della Tufts University di Boston, in uno studio pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.
Secondo questa indagine, negli ultimi trent’anni è cresciuta la varietà dei menù dei fast food, ma non sono state introdotte pietanze più sane, anzi: sono aumentate le porzioni (per una media di 13 grammi in più ogni 10 anni), le calorie e la quantità di sale contenuta nei prodotti.
Un pasto in un fast food apporta circa il 40% delle calorie giornaliere consigliate per la dieta di un adulto. Si tratta di un problema urgente soprattutto negli USA, dove la popolazione consuma quotidianamente pasti di questo genere.
Nel nostro Paese, invece, la dieta mediterranea non è stata messa in crisi dal boom dei fast food. Recentemente si è parlato addirittura di “apocalisse dell’hamburger”, perché i Millennials sono molto più attenti rispetto alla generazione che li ha preceduti e preferiscono il cibo di qualità.
Le caratteristiche vincenti dei Fast Food sono la praticità e il gusto dei piatti, appetitosi, ma purtroppo poco salutari. Fortunatamente esistono soluzioni alternative decisamente valide, basti pensare ai salumi della tradizione italiana.
Da quelli più golosi, come la Prosciutto Crudo di Parma, a quelli più leggeri e salutari, come la Bresaola della Valtellina IGP, gli affettati sono i compagni perfetti per pause pranzo e spuntini e, all’interno di una dieta equilibrata, sono utili all’organismo in quanto forniscono sostanze nutritive preziose, come le proteine, le vitamine e i sali minerali.