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Nov
Si sente sempre più spesso parlare di allergie e intolleranze in ambito alimentare: se provate a pensare alla vostra cerchia di amici e famigliari, con ogni probabilità individuerete almeno una persona che soffre di questo tipo di disturbi. Esistono differenze importanti tra allergia e intolleranza: la principale è che le intolleranze coinvolgono non tanto il sistema immunitario (che reagisce, appunto, con una risposta allergica), quanto il metabolismo degli individui.
La più diffusa intolleranza alimentare è quella al lattosio. In Italia si stima che essa colpisca circa la metà della popolazione, in media con l’incidenza nell’Europa meridionale che è più alta rispetto a quella del resto del continente e, per esempio, a quella degli Stati Uniti. L’intolleranza al lattosio si manifesta sotto forma mancanza o scarsità della lattasi, l’enzima che si occupa della digestione del lattosio a livello della mucosa gastrointestinale.
Il lattosio, che costituisce il 98% degli zuccheri presenti nel latte, viene scisso da questo enzima nei due zuccheri semplici che lo costituiscono, il glucosio e il galattosio, a loro volta molto importanti nell’apporto energetico all’organismo. I soggetti che soffrono di questa forma di intolleranza non riescono a digerire il lattosio, che di conseguenza rimane nell’intestino e dà origine a processi di fermentazione di gas e acidi. I sintomi con cui si manifesta l’intolleranza al lattosio sono dolori di stomaco, problemi gastrointestinali, ma anche mal di testa, senso di fatica, dolori articolari.
La soluzione per far fronte all’intolleranza al lattosio è escludere dalla dieta gli alimenti che lo contengono per un periodo di almeno 3-9 mesi, che deve essere indicato dal proprio medico curante. I prodotti che contengono lattosio sono tipicamente quelli a base di latte, come per esempio i formaggi freschi e molli, la mozzarella, il latte di pecora e capra, il burro, la besciamella, il cioccolato al latte, le creme pasticcere, la panna e i gelati.
Anche i salumi e gli insaccati contengono tradizionalmente lattosio: non nella carne, dove non è presente in natura, bensì come additivo introdotto durante il processo di lavorazione perlopiù come dolcificante o colorante. Il Salumificio Menatti da tempo dedica una particolare attenzione ai disturbi e intolleranze alimentari e ha messo in commercio numerose tipologie di salumi senza lattosio: il Prosciutto Crudo Fiocchetto Valtellina, tutte le varietà di Prosciutto Cotto e di Salame, la Mortadella, lo Speck, la Pancetta e la Coppa a marchio Menatti sono prodotti senza derivati del latte. E la Bresaola della Valtellina IGP? Il rigido disciplinare di produzione impone di non utilizzare derivati del latte: anche questo è il segreto dell’elevata digeribilità del nostro salume valtellinese.