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Nov
Nel 2016 le famiglie italiane hanno ridotto le proprie spese alimentari. I dati Panel Nielsen (elaborazioni Ismea) rivelano, in controtendenza rispetto al leggero aumento del 2015, una contrazione significativa che colpisce il carrello degli italiani e in modo particolare sono i prodotti a base di carne a pagarne le conseguenze: nello scorso anno i nostri connazionali hanno ridotto nettamente i consumi di carne, sia bianche sia rosse, del 4,4%.
Il calo riguarda tutti i tipi di carni: in generale, la quota di spesa destinata a questi prodotti è scesa al 10,1%, mentre nel 2014 si assestava all’11,2%. Le più penalizzate sono le carni suine (-6%), seguite da quelle avicole, mentre le carni bovine, pur evidenziando un trend 2016 negativo con il -3,3%, mostrano un miglioramento rispetto alla spesa loro riservata nell’anno precedente.
Il 2016 in Italia ha fatto registrare un calo nella vendita dei salumi, sia al banco sia a peso imposto. Le famiglie italiane hanno speso il 3,6 % in meno per acquistare questo tipo di prodotti, confermando il dato già in diminuzione del 2015. I più colpiti risultano essere gli elaborati come i wurstel: i nostri connazionali ne acquistano meno, nonostante si sia registrata anche una diminuzione del prezzo unitario medio.
I salami perdono 3,7 punti percentuali, e anche la vendita del prosciutto crudo è diminuita del 2,2%: i dati mostrano una perdita di acquirenti soprattutto nel nord Italia e negli ipermercati, mentre al centrosud ci sono segnali incoraggianti di ripresa degli acquisti. Anche il prosciutto cotto si attesta su risultati negativi: nel 2016 ne sono stati venduti 100 milioni di kg per un fatturato totale di 1,65 miliardi di euro, in calo rispetto al 2015. Va meglio invece la vendita del cotto affettato: +6,7%.
Ci sono però dei segnali positivi. Le tendenze del mercato mostrano una sempre maggiore attenzione dei consumatori alle tematiche relative a salute e genuinità dei cibi: gli italiani hanno premiato nel 2016 i cosiddetti affettati “benessere”, vale a dire quelli con basso contenuto di sale e grassi, o senza la presenza di lattosio e glutine. Questa nicchia di prodotti sta moltiplicando le proprie vendite, trainata soprattutto dai discount (+16,5% dei volumi) e dalla Gdo (+8,6%) ed è in forte aumento nelle regioni centrali e meridionali del nostro Paese.