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Nella recente edizione 2017 di Tuttofood, la Fiera internazionale dedicata agli operatori del settore agroalimentare svoltasi a Milano dall’8 all’11 Maggio, a cui abbiamo partecipato anche noi del Salumificio Menatti con uno stand dedicato, è stato presentato nello Spazio Nutrizione uno studio medico-scientifico coordinato dall’Università degli Studi di Milano relativo all’associazione tra il rischio di tumore al colon-retto e il consumo quotidiano di salumi.
Questa indagine, pubblicata anche su Nutrition and Cancer, ha preso in esame tre studi italiani condotti su oltre 10mila soggetti in un lasso di tempo piuttosto ampio che va dal 1985 al 2010 allo scopo di verificare se sia possibile stabilire una relazione, più o meno diretta, tra il cancro al colon e una dieta che preveda frequente assunzione di salumi. Il risultato finale è che no, questa correlazione non è scientificamente dimostrabile.
Il cancro al colon-retto è la forma di tumore più diffusa in Italia: nel 2013, secondo i dati del Ministero della Salute, ne sono stati diagnosticati ben 55mila casi. Tra le cause di questo male, oltre a quelle tradizionalmente individuate per i tumori (alcol, fumo, obesità), è finita da tempo sotto la lente di ingrandimento anche l’alimentazione, dal momento che si tratta di una patologia che va ad interessare una parte – quella finale – dell’intestino, l’organo che ha la funzione di assorbire le sostanze nutritive provenienti dal cibo che ingeriamo.In modo particolare, lo studio si è concentrato sull’Italia e di conseguenza sulla dieta mediterranea, che è da sempre considerata un modello positivo di alimentazione anche in relazione al rischio di tumori. Il consumo di salumi, anche frequente, va pertanto ricondotto all’interno di questo particolare regime alimentare e pertanto la ricerca in questione va contestualizzata al nostro Paese, dove la qualità dei cibi e le modalità di assunzione sono molto diverse rispetto alle nazioni nord-europee o all’America.
Nel complesso gli autori della ricerca affermano che non emerge nessuna relazione tra il cancro al colon-retto e i consumi attuali di salumi della popolazione italiana: i risultati evidenziano infatti che la patologia ha colpito sia consumatori assidui (più di 25 grammi al giorno) sia assuntori più sporadici (15 grammi al giorno). L’indagine mette in risalto il fatto che ad aiutare la salute concorrono la qualità dei prodotti – e in Italia le tecniche e i controlli sulla produzione dei salumi garantiscono standard molto elevati e valori nutrizionali di primo livello – e soprattutto il tipo di consumo.
Come afferma Carlo La Vecchia, professore ordinario di Statistica Medica e Epidemiologia dell’Università degli Studi di Milano, tra gli autori dello studio, “I consumi italiani sono molto più limitati rispetto all’estero: i dati indicano che un consumo di 2-3 porzioni di salumi da 50g ciascuna a settimana non comporta alcun rischio apprezzabile a livello di salute pubblica in riferimento ai tumori del colon-retto”.