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Nov
Ai consumatori più attenti, che leggono le etichette degli alimenti, capita spesso di imbattersi nella dicitura "Contiene solfiti", o in codici come E221 o E228. Ma cosa sono esattamente queste sostanze? Perché si utilizzano e che effetti hanno sull'organismo? Scopriamolo insieme.
I solfiti sono molecole costituite dall'unione di uno ione composto da zolfo e ossigeno con altri atomi.
Queste sostanze, in determinati casi, sono in grado di disattivare l'azione di alcune vitamine (in particolare quelle del gruppo B) e causare disturbi più o meno gravi, come reazioni allergiche di vario genere.
I prodotti in cui comunemente si trovano i solfiti sono il vino, la birra, l'aceto, alcuni cibi precotti, i succhi di frutta, le confetture, le patatine fritte, la frutta candita, ecc. L'elenco è piuttosto lungo, ma è necessario sottolineare che negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza dei produttori nei confronti dell'uso di conservanti, coloranti e additivi, perciò, con un po' di attenzione, è possibile trovare sul mercato alimenti che sono stati realizzati senza l'uso di queste sostanze.
Per sapere se ci troviamo davanti a prodotti di questo tipo, basta fare attenzione agli ingredienti indicati nell'etichetta. Se troviamo una sigla compresa tra E220 ed E228, sappiamo di essere di fronte a un prodotto contenente solfiti. Nel caso di prodotti freschi (come il pesce) la normativa non prevede l'obbligo di indicarne la presenza, per cui per il momento è possibile tutelarsi solo di fronte a prodotti preconfezionati.
Un falso allarme che circola in rete riguarda la presenza di quantità eccessive di solfiti nei salumi. Spesso si parla dell'argomento in maniera piuttosto approssimativa, rischiando di creare panico ingiustificato. In generale, l'utilizzo dei solfiti in ambito alimentare ha una lunga storia alle spalle ed è regolamentato e autorizzato dall'UE in base a valutazioni periodiche, perciò molti allarmismi non sono giustificati.
Inoltre, è importante tenere presente che la scelta di prodotti di qualità è sempre la soluzione migliore. Il Prosciutto stagionato, quello di Parma e il Prosciutto Fiocco Cerreto Menatti, per esempio, non contengono conservanti aggiunti.