03
Feb
In alta Valmalenco, poco sopra quota 2000 metri di altezza, si trova uno dei bacini artificiali più grandi d’Italia: si tratta della diga di Gera, con i suoi 110 metri di altezza e una portata di 65 milioni di metri cubi d’acqua. Ma oltre alla sua importanza strategica per l’energia, il lago di Gera si presta anche a un’escursione di complessità ridotta ma di grande fascino, dal momento che è possibile compiere l’intero giro del bacino idroelettrico mantenendosi in quota e ammirando panorami unici.
Per raggiungere la diga dobbiamo percorrere in auto la strada che da Sondrio sale in Valmalenco, superare Lanzada e raggiungere la località Campomoro con le caratteristiche ante rosse del rifugio Zoia che spiccano nella zona. Lasciamo l’auto oltre il parcheggio del rifugio Poschiavino, nel grande spiazzo sterrato che si affaccia sulla prima delle due dighe qui presenti: quella di Campomoro. Della diga di Gera, che si trova subito sopra, non vediamo il bacino d’acqua ma l’enorme muraglione per la cui costruzione furono impiegati 1.800.000 metri cubi di calcestruzzo: ci incamminiamo verso di esso e risaliamo sul suo fronte grazie a un camminamento, fino a raggiungere la sommità e a poter così ammirare il lago di Gera.
Da qui possiamo scegliere la direzione in cui intraprendere il nostro giro: optiamo per iniziare verso sinistra, compiendo così il giro in senso orario e affrontando pendenze più dolci. Attraversiamo così l’intero camminamento della diga, ammirando le acque del bacino e lo splendido panorama che si apre al di sotto. Alla nostra destra, in alto tra le rocce, possiamo scorgere non troppo lontano il rifugio Bignami: sarà la prima tappa del nostro percorso, dopo meno di un’ora di camminata lungo un sentiero che con un’ascesa dolce costeggia il lago fino ad arrivare, dopo un paio di tornanti in successione, a quota 2385 metri. Qui, oltre al rifugio Bignami costruito dal CAI nel 1957, si trova anche l’alpe Fellaria, l’alpeggio alpino più alto con i suoi 2400 metri.
Riprese le forze e ammirate le cime nei dintorni, ci incamminiamo in discesa in direzione del ghiacciaio che vediamo in lontananza: si tratta della vedretta di Fellaria orientale, dalla quale si formano numerosi ruscelli e corsi d’acqua con spettacolari cascate. Alcuni ponti in legno di permettono di oltrepassare questi impetuosi fiumi, per raggiungere il punto più basso della nostra camminata. Da qui dobbiamo risalire, su un pendio non faticoso, fino ad alcune caratteristiche baite in sasso e a una fontana. Scolliniamo e scendiamo di nuovo verso il lago, per poi risalire nuovamente: si tratta dell’ultimo tratto di ascesa ed è quello che conduce all’Alpe Gembrè, una bellissima radura con le tipiche baite dall’altezza molto bassa e un torrente che la attraversa.
Siamo all’imbocco della Val Poschiavina, a quota 2224 metri, e questo può essere il punto giusto per riposarci e fare un bel picnic, prima di concludere il nostro anello: in circa mezzora guadagneremo nuovamente la riva del lago di Gera tornando al punto di partenza, dopo essere transitati sotto un’impressionante roccia che sembra appoggiata alla montagna.
Per questa escursione in alta Valmalenco scegliamo il Cotto Rosa Menatti, prosciutto cotto scelto e dal gusto delicato, senza polifosfati aggiunti. Nel nostro panino, accompagniamo le fette di prosciutto cotto con gorgonzola misto a prezzemolo tritato e alcune foglie di lattuga. Buon appetito nel bel mezzo della natura incontaminata della Valmalenco!