03
Feb
Stufi del caldo della pianura o della vallata? Prendete zaini e bagagli e dirigetevi in Alta Valtellina per una escursione nel Parco Nazionale dello Stelvio fra le vette del gruppo Ortles-Cevedale: si va in Val Zebrù, in una location che deve il suo nome alla leggenda del cavaliere medievale Zebrusius, offriva importanti filoni di magnetite fino almeno al XVIII secolo, fu teatro di aspri combattimenti della Prima Guerra Mondiale ed è una fonte quasi inesauribile di meraviglie naturalistiche. Qui infatti, se siete fortunati, potrete ammirare da vicino stupendi esemplari di stambecchi, cervi, ermellini e gipeti.
L’itinerario che proponiamo si spinge fino al Rifugio V Alpini, posto a quota 2877 metri, aperto da giugno a settembre, dove è possibile anche pernottare. Non dimenticate di indossare scarponi di montagna e di portare con voi il necessario per il pranzo al sacco: alla fine dell’articolo, come di consueto, vi proponiamo una gustosa idea di panino imbottito per il vostro picnic.
Lasciamo Bormio imboccando la strada in direzione Valfurva, poi all’altezza di S. Nicolò deviamo a sinistra per salire fino a Madonna dei Monti in località Niblogo, dove un parcheggio sterrato offre la migliore soluzione per lasciare l’auto. Ci incamminiamo sul sentiero, molto largo all’inizio, che si addentra per la Val Zebrù, e attraversiamo su un ponte l’omonimo fiume che scorre lungo la vallata.
Iniziamo a salire per un tratto piuttosto ripido ma fortunatamente breve, segnato da un paio di tornanti immersi nella fitta boscaglia. La salita termina in località Piaz, dove si trova anche il ristoro Zebrù (quota 1660 metri). Proseguiamo seguendo, ai vari bivi successivi, le indicazioni per la Baita del Pastore. Un nuovo ponte, a quota 1800 metri, ci fa attraversare nuovamente lo Zebrù. Il cammino prosegue con alcune salite e qualche saliscendi, fino a raggiungere il rifugio Campo a quota 2000 metri.
Lasciamoci alle spalle gli ampi pascoli erbosi e seguiamo sempre il sentiero per la Baita del Pastore, che raggiungiamo dopo una lunga salita a quota 2168: abbiamo percorso 8 km fin qui e lo spazio antistante, con tavoli da picnic, ben si presta al meritato pranzo al sacco.
Anche perché ci aspetta la parte più impegnativa del nostro percorso: una lunga scalata (poco più di 2 ore) prima tra dossi erbosi poi sulla morena ricoperta di sassi, ai piedi della Cima della Miniera. Il rifugio V Alpini si staglia sullo sfondo su uno sperone di roccia altamente scenografico: piano piano si fa un po’ più vicino ma pare sempre irraggiungibile, mentre la pista sale con pendenze impegnative. Gli ultimi due tornanti ravvicinati ci conducono all’agognata meta: ci siamo guadagnati il riposo e la sublime vista su tutte le vette circostanti dell’arco alpino.
Per questa impegnativa escursione vi consigliamo un panino rigenerante, composto da Prosciutto Cotto Menatti, morbido e vellutato, qualche fetta di formaggio dolce e zucchine grigliate. E per scegliere il pane migliore con cui abbinare il prosciutto cotto, segui i nostri consigli!