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Buone notizie per i prodotti italiani di qualità e per l’export agroalimentare del nostro Paese in arrivo da oltreoceano: dopo ben sette anni di complessi negoziati, l’Unione Europea e il Canada hanno trovato l’accordo per la firma del CETA, il trattato di libero cambio tra lo stato nordamericano e l’Europa.
Grazie a questo accordo – che deve ora affrontare il necessario iter di ratifica del Parlamento europeo e dei vari parlamenti nazionali, ma che sicuramente ha imboccato la strada giusta verso la sua definitiva entrata in vigore – il Canada adotta la piena protezione di oltre 150 Indicazioni Geografiche europee.
L’estensione al Canada del Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) assume risvolti molto interessanti alla luce del fatto che esso rappresenta il terzo mercato extra-Ue di riferimento per le esportazioni di prodotti italiani, dopo Usa e Svizzera. Inoltre, la sigla dell’accordo può gettare le basi per aprire una breccia, in prospettiva, nel duro fronte Usa che si oppone fermamente al principio delle Indicazioni Geografiche e del loro valore pubblico.
Il Canada è un Paese regolato dal diritto anglosassone e, come tale, si è basato fino ad oggi unicamente sul sistema dei marchi di impresa e si è sempre opposto al riconoscimento del sistema europeo di qualità dei prodotti IGP e DOP.
Con l’accordo di libero scambio con l’Unione Europea i prodotti riconosciuti come eccellenze, compresi quelli della salumeria tutelata come la Bresaola della Valtellina IGP, risulteranno maggiormente salvaguardati e protetti sul mercato canadese: finalmente saranno riconosciute anche in questo stato le 172 Indicazioni Geografiche europee, originarie di 14 Paesi.
L’Italia in modo particolare è significativamente coinvolta, dal momento che con le sue 41 denominazioni, corrispondenti a 36 prodotti agroalimentari, è seconda solo alla Francia (che ne conta una in più, 42): complessivamente il volume di affari dell’export di questi prodotti dal nostro Paese in tutto il mondo ammonta a 2,62 miliardi di euro.
I prodotti italiani di qualità, tra cui anche Bresaola della Valtellina IGP e Prosciutto di San Daniele, vedranno aumentate e garantite la trasparenza e la corretta informazione sull’origine dei prodotti nei confronti del consumatore finale, potranno aumentare le esportazioni e porre le premesse per la conquista di nuovi mercati.