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Nov
Il Rapporto Coop è frutto dell’Associazione Lombarda delle Cooperative di Consumatori e da più di vent’anni riesce con le sue indagini a dare una fotografia attendibile delle abitudini e della situazione del nostro Paese, restituendo un’immagine dell’andamento dei consumi in Italia e anticipando i possibili sviluppi della società. L’ultimo Rapporto Coop, realizzato come sempre dall’Ufficio Studi dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori fa il punto sul 2016: vediamo quali sono i dati più interessanti per il settore dell’alimentazione, in attesa dell’edizione 2017 intorno alla cui pubblicazione c’è molta attesa.
Il 2016 ha fatto registrare in campo alimentare un fenomeno nuovo, soprattutto nei suoi primi mesi: il calo dei prezzi delle materie prime e, di conseguenza, di quelli dei prodotti finali. A questo dato si è accompagnata una tendenza di sperimentazione degli italiani in materia di cibo: sono calati gli acquisti dei prodotti di base come latte, riso, pasta, olio di oliva, passata di pomodoro e contemporaneamente si è notato un forte aumento dei piatti pronti (+6,8% rispetto al 2015), che gli analisti hanno associato alla ripresa del mercato del lavoro: sono in tanti a preferire un pasto veloce e prodotti ad immediata fruibilità, mentre l’abitudine di cucinare a casa appare in flessione.
Gli italiani danno mostra di voler sperimentare, di provare nuovi alimenti e di aderire a stili innovativi: non è un caso che il settore dell’etnico, trainato dal successo di Expo 2015, registri aumenti fino a oltre l’8%. Ma, di pari passo, la popolazione accentua l’attenzione verso la salute: sostituendo lo zucchero raffinato con lo zucchero di canna, acquistando più cibi con caratteristiche salutistiche (+1,6%) e generi alimentari biologici e sostituendo le proteine della carne.
La presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità circa il tema della correlazione tra il consumo di carni rosse e il rischio di tumori, ancora oggi oggetto di aspri dibattiti e smentita da numerose ricerche scientifiche, ha inevitabilmente delineato una contrazione dei consumi di carne anche nel nostro Paese nel 2016. Gli italiani si sono di conseguenza orientati sul pesce, che è andato in moltissimi casi a sostituire la carne nel carrello della spesa e a provvedere al fabbisogno proteico dell’organismo.
La crisi dei consumi di carni ha coinvolto ovviamente anche gli insaccati, ma il Rapporto Coop mostra e sottolinea la tenuta complessiva del segmento dei salumi, che devono ringraziare soprattutto le vaschette: grazie alla loro praticità e alla predisposizione al consumo immediato, infatti, gli affettati registrano importanti aumenti (+13% e +12% rispettivamente per prosciutto crudo e prosciutto cotto in vaschetta) nelle vendite. E anche in questo contesto la Bresaola della Valtellina IGP ottiene risultati ragguardevoli, classificandosi tra i primi dieci prodotti ad aver registrato incrementi di vendita nella GDO rispetto alla prima metà del 2015: +12,3%, poco sotto ad alimenti in forte espansione come caffè in capsule, salmone affumicato e zuppe pronte.