21
Nov
La voglia di Bresaola è diffusa a tutte le età e non fa distinzione tra sesso, lingua e latitudine. Capita però che siano soprattutto le donne incinte a sentire il desiderio del salume valtellinese, almeno a giudicare dalle tantissime richieste che medici e nutrizionisti si sentono rivolgere in merito al consumo di bresaola durante la gravidanza.
Purtroppo per le future mamme, la bresaola è uno dei cibi a rischio toxoplasmosi che è meglio evitare durante la gestazione per chi non ha sviluppato gli anticorpi. La Bresaola valtellinese è infatti un salume crudo a base di carne lavorata e sottoposta a stagionatura, e come tutti gli alimenti non cotti è potenzialmente pericoloso se assunto in gravidanza. Il rischio, come sappiamo bene, è legato alla possibile presenza in questi cibi del Toxoplasma gondii, un microrganismo che può generare nell’organismo umano un’infezione lieve per un individuo in normali condizioni di salute (i sintomi della toxoplasmosi sono quelli classici di una comune influenza), ma molto pericolosa e potenzialmente letale per il feto di una donna incinta.
Per quanto ricca di nutrienti utili al feto, come proteine, vitamine e minerali, e nonostante sia un salume privo di glutine e lattosio, la bresaola non è un alimento consigliato per le donne incinte (nemmeno nella sua versione di maggior qualità, quella a marchio IGP della Valtellina), con l’ovvia eccezione delle future mamme immuni alla toxoplasmosi: tutte coloro che hanno già avuto questa infezione in passato non corrono più il rischio di contrarla e possono quindi gustare la Bresaola della Valtellina anche durante tutti i 9 mesi della dolce attesa.
Le donne che invece devono accuratamente evitare il rischio toxoplasmosi non devono tuttavia rinunciare del tutto ai salumi: come abbiamo visto in questo articolo, i salumi cotti come la Mortadella e il Prosciutto Cotto sono sicuri per tutte le donne incinte.
Se abbiamo dovuto aspettare 9 mesi per riassaporare i salumi crudi (e per conoscere il nostro bambino, ovviamente), non dobbiamo più preoccuparci del rischio toxoplasmosi dopo il parto. Importantissimo, invece, è curare l’alimentazione durante l’allattamento al seno perché la produzione del latte materno richiede all’organismo della neomamma un dispendio energetico maggiore e anche perché è scientificamente dimostrato che il sapore del latte materno risente di ciò che la donna mangia e questo può abituare il neonato a gusti diversi e variegati.
La bresaola in allattamento è un’ottima soluzione per seguire una dieta varia dopo il parto: il fabbisogno di proteine del nostro organismo può essere infatti soddisfatto ricorrendo a molteplici alimenti oltre alla carne rossa, come le uova, i legumi e gli affettati. Tutti i salumi sono indicati durante il periodo dell’allattamento, senza particolari controindicazioni se non con l’avvertenza di moderare come sempre le quantità, ma la Bresaola della Valtellina IGP è senza dubbio tra gli alimenti più consigliati alle neomamme perché è un cibo con pochi grassi e un elevato apporto di energia.
Per introdurre la bresaola nello svezzamento e quindi nella dieta del bambino bisognerà aspettare qualche tempo (scopri di più su quando dare i salumi ai bambini), ma non temiamo: nostro figlio sarà già abituato al suo sapore sin dalla nascita e in ogni caso la apprezzerà subito!