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Nov
Le diete delle star, ovvero regimi alimentari adottati e sponsorizzati da divi più o meno famosi del panorama internazionale, assurgono alla ribalta a più riprese: questa volta una delle ultime tendenze è il ritorno di fiamma della dieta crudista, uno stile alimentare già diffuso da anni ma che trova sempre nuovi seguaci (l’ultima è l’attrice Uma Thurman), anche se i rischi per la salute non mancano. Scopriamo di più.
La dieta crudista è un regime alimentare basato sul consumo esclusivo di cibi non cotti. Il cosiddetto raw food, ovvero i cibi crudi, è pertanto l’unica tipologia di alimenti ammessi, sulla base di una filosofia che auspica il ritorno alla naturalità antecedente alla scoperta del fuoco – quando l’uomo si cibava solo di cibi crudi trovati in natura – e rifiuta l’uso di cuocere gli alimenti poiché ne altererebbe la consistenza e il contenuto vitaminico. In particolare, la temperatura massima degli alimenti nella dieta crudista è di 42° C, considerata la soglia limite oltre cui i nutrienti contenuti nel cibo vengono compromessi.
Esistono tuttavia diversi approcci al crudismo:
Come detto, il crudismo onnivoro è l’unica forma di regime crudista che ammette il consumo di carne. Carne che, ovviamente, deve essere consumata cruda e deve provenire da animali allevati allo stato brado oppure da selvaggina. Mangiare carne cruda tuttavia è una pratica sconsigliata dalla maggior parte dei nutrizionisti, poiché la cottura a temperature elevate (quindi superiori ai 42° C ammessi dai crudisti) garantisce l’eliminazione di batteri e parassiti presenti naturalmente nelle carni animali (come per esempio il toxoplasma a cui devono stare attente le donne durante la gravidanza) evitando così rischi per l’organismo, oltre peraltro a facilitare la digestione. Senza contare che le carni crude più commestibili sono solo quelle di determinati animali – cavallo, manzo, anatra – e possibilmente di capi giovani e di tessuti vicini all’apparato scheletrico.
In alternativa alla carne ci sono i salumi e gli insaccati. I salumi crudi rispondono pienamente all’esigenza dei crudisti di cibarsi solo di alimenti non cotti: bresaola, prosciutto crudo, salame, coppa e speck sono prodotti di carne lavorata che non prevedono la cottura durante tutte le fasi di trasformazione, che vengono condotte a temperature sempre inferiori alla soglia limite dei 42° C (la stagionatura dei salumi avviene a temperature ridotte e costanti). Tuttavia in moltissimi casi sono gli stessi crudisti a rifiutare il consumo di salumi perché li considerano carni eccessivamente lavorate e – anche se non è così – alterate nella loro composizione nutrizionale e consistenza.