Dieta vegana: più svantaggi che benefici

Perché non mangiare carne e alimenti animali comporta rischi per la salute

Che i regimi alimentari senza carne hanno controindicazioni per la salute lo afferma la maggior parte dei nutrizionisti, ma nuovi studi scientifici si spingono oltre e evidenziano tutti gli svantaggi delle diete vegane, che invece spesso vengono presentate come stili alimentari ricchi di benefici o addirittura portentosi. Così non è, anzi: scopriamo perché l’alimentazione vegana va contro la natura umana.

 

Siamo vegani o onnivori? L’evoluzione alimentare del genere umano

L’uomo è un essere onnivoro sin dall’alba dei tempi. Gli archeologi hanno dimostrato che quando 2,6 milioni di anni fa si affaccia in epoca preistorica l’Homo sapiens, il nostro più diretto progenitore, egli si nutre di alimenti di origine vegetale e animale: carne ovviamente, ma anche pesci, uova e frutti di mare (scopri cosa mangiò l’uomo del Similaun prima di morire). L’essere umano si è adattato geneticamente per ottenere nutrienti da entrambe queste fonti ed è scientificamente provato l’apporto nutrizionale della carne nell’evoluzione umana, in particolare nello sviluppo del cervello e delle facoltà cognitive.

Nell’evoluzione della specie umana, che ci ha portato fino a quelli che siamo oggi, la rinuncia al consumo di carne e il veganesimo rappresentano secondo gli esperti un’eccezione senza precedenti, in quanto mai prima d’ora l’uomo aveva rifiutato a priori di attingere a fonti di origine animale. Tuttavia la dieta vegana è una scelta innaturale, che contraddice la natura onnivora dell’essere umano e – soprattutto – presenta una serie di svantaggi in termini di carenze nutrizionali, con ripercussioni sul benessere e sulla salute degli individui. Non sono rari i casi, infatti, di vegani o vegetariani pentiti che dopo aver abbracciato uno stile alimentare senza carne o completamente vegetale avvertono un senso di innaturalità, quando non addirittura problemi di salute, e scelgono di tornare a essere onnivori.

 

Svantaggi e rischi della dieta vegana: i limiti nutrizionali

La dieta vegana viene spesso dipinta come salvifica e benefica, capace di prevenire patologie di vario tipo e di proteggere da malattie cardiovascolari: tuttavia queste promesse non sono supportate da studi scientifici di qualità, ma da osservazioni empiriche che il più delle volte analizzano campioni non rappresentativi o poco significativi e si limitano a paragonare i regimi alimentari restrittivi con la dieta standard americana ricca di alimenti iperprocessati e di eccessi. Invece le ricerche più attendibili in campo scientifico e nutrizionale mettono in guardia sui principali rischi e pericoli della dieta vegana:

  • carenza di vitamine, tra cui in particolare le vitamine presenti nei cibi animali come la vitamina B (scopri le vitamine del gruppo B). Uno scarso apporto di vitamina B12, chiamata la vitamina dei salumi perché ne sono molto ricchi, è associata a disturbi neurologici e al rischio di tumori al seno e al fegato, in aumento nelle persone vegane;

 

  • carenza di minerali, specialmente di ferro, zinco, calcio, iodio. Gli alimenti fonti dei minerali essenziali sono prevalentemente di origine animale, inoltre la dieta vegana contiene in quantità elevate i fitati, degli antinutrienti che limitano l’assorbimento dei minerali da parte dell’organismo (scopri di più sugli anti-nutrienti). La mancanza di ferro può causare bassi livelli di emoglobina nel sangue e rischi per le donne in gravidanza, mentre la carenza di zinco si associa a disturbi comuni tra i vegani come diarrea, dermatite e depressione e bassi apporti di iodio e calcio si traducono rispettivamente in problemi di ipotiroidismo e fragilità delle ossa;

 

  • carenza di proteine animali, ovvero le proteine ad alto valore biologico contenute negli alimenti di origine animale, e di conseguenza carenza degli amminoacidi essenziali in esse presenti. Un insufficiente apporto proteico espone l’organismo a rischi e problematiche di vario tipo, che spaziano da deficit cognitivi a disfunzioni immunitarie;

 

  • carenza di omega-3, le sostanze antiossidanti che appartengono alla famiglia degli acidi grassi polinsaturi e che ricoprono importanti funzioni nel metabolismo umano. Tra gli alimenti che contengono omega-3 ci sono in particolare i salumi e gli affettati: scopri di più.

 

La soluzione è adottare uno stile alimentare bilanciato e sano, che non esclude il consumo di carne ma lo limita a quantità adeguate sulla base della piramide della dieta mediterranea e anche in termini di qualità, scegliendo alimenti di origine animale di sicura provenienza e qualità certificata, come i salumi italiani.

Lascia un commento

I campi contrassegnati da * sono obbligatori