21
Nov
Il contenuto di grassi dei salumi è spesso oggetto di allarmi o pregiudizi, poiché è ancora diffusa la convinzione che affettati e insaccati siano alimenti grassi, con un’elevata percentuale di lipidi. In realtà, questa è una semplificazione banale: dobbiamo infatti distinguere tra diversi tipi di grassi e considerare anche i benefici dei lipidi per l’organismo.
Come abbiamo visto nel dettaglio in questo articolo, esistono due principali categorie di grassi negli alimenti: gli acidi grassi saturi e gli acidi grassi insaturi. I “grassi buoni” sono quelli insaturi, come per esempio i polinsaturi della serie omega-3 e omega-6 (scopri di più sugli omega-3) o il monoinsaturo acido oleico che si trova in abbondanza nell’olio d’oliva: questi lipidi svolgono azioni importanti nella prevenzione del cancro alla prostata e del tumore al seno e la loro azione ha impatto positivo sul sistema cardiovascolare.
I grassi saturi sono grassi di origine animale e si trovano pertanto in natura negli alimenti come la carne: pur non essendo considerati grassi benefici, poiché contengono colesterolo in proporzioni variabili, a questi lipidi viene riconosciuto un ruolo positivo a livello delle membrane cellulare e per il colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono: scopri di più su alimentazione e colesterolo).
I nutrizionisti raccomandano di assumere prevalentemente grassi insaturi e di evitare invece il più possibile i grassi saturi. I grassi, in ogni caso, vanno forniti al nostro organismo, in quanto forniscono energia al corpo (mediamente 9 kcal per grammo): il fabbisogno giornaliero di lipidi equivale al 25-30% delle calorie consumate quotidianamente.
Oggi i salumi contengono prevalentemente grassi insaturi, cioè grassi benefici: grazie all’impegno dei produttori lungo tutta la filiera italiana delle carni lavorate e ai miglioramenti nell’alimentazione degli animali e negli allevamenti, il contenuto di grassi nei salumi è diminuito fino al 34% (aumentando invece la percentuale di proteine) e i grassi degli affettati sono di maggiore qualità. Nei salumi e negli insaccati infatti i grassi saturi sono in media pari al 30% del totale, mentre i grassi insaturi sono aumentati dal 30% all’attuale 70%.
In base al loro contenuto di lipidi possiamo individuare quali sono i salumi più e meno grassi, ma soprattutto possiamo apprezzare la diminuzione della percentuale di grassi nei salumi negli ultimi vent’anni e la percentuale di grassi saturi e grassi insaturi sul totale della quota lipidica.