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Se per iniziare a introdurre i salumi nella dieta dei bambini esistono diversi pareri da parte di pediatri ed esperti (scopri di più sui salumi nello svezzamento e nei primi anni dell’infanzia), la risposta alla domanda “A che età smettere di mangiare salumi?” è molto semplice e univoca: mai. In questo articolo scopriamo perché il consumo di carne e salumi è importante per le persone di età avanzata.
Una premessa doverosa: oggi la fascia degli anziani è considerata quella a partire dai 70 anni o addirittura dai 65 anni di età, ma rispetto al passato lo stile di vita e il benessere diffuso hanno aumentato l’aspettativa di vita nel nostro Paese. Possiamo comunque affermare che le necessità nutrizionali dell’organismo di una persona sopra i 70 anni cambiano rispetto anche solo ad una di dieci anni più giovane: si assiste a un rallentamento del metabolismo e a una vita più sedentaria, caratterizzata da meno movimento.
A livello di alimentazione, il corpo di un anziano richiede un minore dispendio di calorie (scopri le calorie contenute nei salumi), riduce progressivamente la percezione della fame e della sete e può perdere di efficienza nell’azione di stomaco e intestino. Tuttavia, alcuni nutrienti essenziali sono ancora estremamente importanti, anzi lo diventano ulteriormente. I sali minerali, le vitamine e le proteine devono essere regolarmente assunti in dosi adeguate per gli anziani, poiché l’assorbimento dei minerali e la sintesi proteica sono processi meno efficaci dopo una certa età.
I salumi, gli affettati e i prodotti a base di carne sono alimenti raccomandati nella dieta degli anziani in quanto consentono di assumere nelle giuste quantità sostanze di cui l’organismo tende a diventare deficitario. In particolare, il consumo di salumi in terza età apporta: