prosciutto senza polifosfati aggiunti
Polifosfati nei salumi: cosa sono e perché evitarli

L’uso degli additivi nell’industria alimentare e le loro conseguenze

Per acquistare prodotti di qualità la regola più importante è sempre quella di leggere attentamente le l’etichetta. Qui possiamo infatti trovare tutte le informazioni relative agli ingredienti con cui sono realizzati, al luogo di produzione e ad eventuali avvertenze esplicitate da parte dell’azienda produttrice: inoltre, per i salumi sarà a breve introdotta l’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima, già resa obbligatoria dall’Unione Europea e in attesa di entrare concretamente in vigore (ne abbiamo parlato qui).

Ogni consumatore necessita tuttavia di alcune conoscenze di base per comprendere appieno le diciture presenti sull’etichetta degli alimenti e per dedurre ciò che non viene detto esplicitamente. Per esempio, l’assenza di polifosfati in un prodotto è un bene o un male? Scopriamolo insieme.

 

Cosa sono i polifosfati e in quali alimenti si trovano

I polifosfati sono composti chimici utilizzati nell’industria alimentare per mantenere o esaltare le qualità dei cibi: si tratta di addensanti, stabilizzanti, emulsionanti e gelificanti che rendono i prodotti più consistenti e compatti, trattenendo l’acqua al loro interno ed evitando perdite di liquidi.

Come riconoscere la presenza di polifosfati negli alimenti? Questi additivi aggiunti sono spesso riportati in etichetta tra gli ingredienti con sigle del tipo E450 (difosfato), E451 (trifosfato), E452 (polifosfati). Gli alimenti con polifosfati aggiunti sono di varie tipologie: carni e verdure in scatola, budini, chewing-gum, bastoncini di pesce, maionese, formaggi spalmabili e sottilette per aumentarne la spalmabilità, carni lavorate.

Nella produzione industriale dei salumi l’aggiunta dei polifosfati è un processo che può essere utilizzato nella lavorazione del prosciutto cotto e della mortadella. I polifosfati nei salumi sono impiegati soprattutto allo scopo di scongiurare la perdita di peso dei pezzi durante il periodo di stagionatura, quando le carni asciugano all’aria per mesi negli appositi locali a temperatura e umidità controllata.

 

Salumi senza polifosfati aggiunti: meglio o peggio?

Esistono rischi per la salute legati ai polifosfati? Un campanello d’allarme è suonato quando studi scientifici hanno dimostrato che gli additivi alimentari di questa tipologia hanno facoltà di trattenere i sali minerali presenti negli alimenti che li contengono, impedendo di conseguenza all’organismo di assimilare correttamente calcio, ferro e magnesio introdotti attraverso il cibo. In modo particolare, privare l’organismo della corretta dose giornaliera di calcio può portare a una riduzione della calcificazione delle ossa (specialmente nelle fasce d’età come bambini 0-3 anni e anziani), ma il consumo di polifosfati andrebbe ridotto o evitato anche dalle donne in menopausa e da chi soffre di osteoporosi e insufficienza renale.

Come per altre preoccupazioni legate al consumo di determinati alimenti, è importante tenere sotto controllo le quantità: gli additivi come i polifosfati fanno male se ne assumiamo in abbondanza in maniera continuativa, mentre non destano preoccupazione – in normali condizioni di salute – se consumati saltuariamente e in bassi dosaggi. In ogni caso, per evitare problemi è consigliabile scegliere prodotti senza aggiunta di polifosfati. Moltissimi produttori hanno scelto di offrire ai consumatori alimenti di alta qualità senza impiego di additivi nella lavorazione: è il caso anche del Salumificio Menatti, che propone nelle diverse tipologie un Prosciutto Cotto senza polifosfati aggiunti e senza glutammato e una Mortadella senza polifosfati. Salumi sicuri e di qualità, fatti solo con i migliori ingredienti naturali.

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