21
Nov
Una dieta bilanciata è quella che si basa sull’alternanza di cibi e sul calcolo delle porzioni in modo da soddisfare il fabbisogno quotidiano di sostanze nutritive, dai macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi) ai micronutrienti (scopri di più sulla classificazione dei nutrienti) fino a tutte le altre sostanze che forniamo all’organismo con l’alimentazione. Tuttavia c’è un importante vincolo da tenere sempre in considerazione: ci sono alcuni elementi presenti nei cibi che si perdono con la cottura. Quali sono? Scopriamolo.
Cuocere le verdure comporta la perdita delle vitamine che contengono: questo è comunemente risaputo ma non è del tutto esatto. È vero che con la cottura si perdono le vitamine degli alimenti, ma molto dipende dal tipo di cottura e dal tipo di vitamine: ci sono infatti vitamine più sensibili al calore di altre – per esempio la vitamina B1 si disperde molto più facilmente della vitamina B2: scopri le vitamine del gruppo B – e vitamine che resistono alla cottura poiché sopportano bene le alte temperature. Queste ultime sono dette vitamine termostabili, hanno una struttura più robusta e sono solitamente la vitamina D, la vitamina E, la vitamina K e in parte anche la vitamina A, che sono peraltro tutte vitamine liposolubili.
Le vitamine termolabili che si perdono cuocendo il cibo sono invece la vitamina C – che ha un’elevata instabilità e può perdersi anche se cucinata in tegami di rame -, il beta-carotene precursore della vitamina A e gran parte delle vitamine del gruppo B. Tra queste ultime, la vitamina B12 contenuta in grande quantità nei salumi e nella carne è tra le più resistenti ed è quindi meno soggetta a perdite in cottura: da questo punto di vista gli affettati comportano meno problemi poiché nella maggior parte dei casi sono salumi non sottoposti a cottura e si consumano generalmente crudi (tranne che nelle ricette con i salumi).
Anche i sali minerali rientrano tra le sostanze che si perdono cuocendo gli alimenti, ma anche in questo caso vanno fatti dei distinguo: con la cottura i sali minerali non degradano – cioè non scompaiono – ma si disperdono nell’acqua o liquido di cottura in quanto facilmente solubili. Di conseguenza è consigliabile evitare i metodi di cottura che fanno perdere minerali come la cottura con molta acqua e privilegiare invece quei metodi di cottura con minore perdita di sali minerali: la cottura al microonde e la cottura al vapore in pentola a pressione, che richiedono poca o nessuna quantità d’acqua. Se invece prepariamo una minestra o un minestrone e consumiamo anche il liquido di cottura – cioè il brodo – i minerali non andranno perduti.
Tra i nutrienti che rischiano di andare perduti con la cottura ci possono essere anche gli omega-3, vale a dire i grassi insaturi che svolgono un’importante azione antiossidante e di contrasto ai radicali liberi e che sono contenuti in ottime quantità nella carne e nei salumi. La perdita di omega-3 negli alimenti dipende soprattutto dal tipo di cottura utilizzato per i cibi che li contengono: questi elementi sono infatti piuttosto sensibili alle temperature elevate e se sottoposti a una cottura prolungata rischiano di essere eliminati. I metodi di cottura migliori per non perdere gli omega-3 della carne e del pesce sono l’arrostimento sulla griglia, la cottura in forno o in forno a microonde. Da evitare invece la frittura e la bollitura, l’una per le elevate temperature l’altra per la lunghezza dell’esposizione.