03
Feb
Il versante orobico della media Valtellina vicino a Sondrio è costellato da una miriade di maggenghi, alpeggi, valli laterali e cime imponenti, da cui in tempi antichi passavano commerci e transiti di merci e persone. Ripercorrere questi percorsi e visitare questi luoghi di alta montagna rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato e fa rivivere la memoria dei nostri antenati. Sopra Piateda, per esempio, si trova la località di Agneda all’imbocco della val Caronno, un nucleo di case sorto proprio in funzione dei collegamenti con l’alta Val Seriana in territorio bergamasco: da qui possiamo effettuare un bell’itinerario in montagna che raggiunge la diga di Scais e poi il rifugio Mambretti, da cui si gode di un panorama mozzafiato.
Per questa escursione sulle Orobie valtellinesi il punto di partenza è Agneda, a quota 1228 metri, raggiungibile staccandoci dalla SS38 a Piateda e poi proseguendo in direzione Piateda alta: all’altezza di Monno si seguono le indicazioni per Agneda e la Val Venina, superando Vedello e poi prendendo a sinistra al bivio. Proseguiamo oltre la chiesa di Sant’Agostino sulla pista sterrata che imbocca la val Caronno risalendo il corso dell’omonimo torrente. Arriviamo così al punto in cui si trovano il parcheggio e l’area picnic ai piedi della diga di Scais, oltre i quali il transito è consentito esclusivamente ai veicoli autorizzati, e qui lasciamo l’auto.
Ci incamminiamo seguendo la traccia ora sterrata ora cementata che conduce alla diga, attraversando il bosco con una serie di tornanti in successione. A un certo punto ci imbattiamo, ben visibile sulla sinistra, in un sentiero che si stacca dalla carrozzabile, contrassegnato dal numero 251: lo seguiamo e, dopo aver superato il ponte della Padella con vista su alcune marmitte dei giganti poco sotto quota 1500 metri, ci inoltriamo nel bosco di pini percorrendo quella che, a giudicare dal fondo ciottolato, ha tutto l’aspetto di una mulattiera.
A quota 1490 metri siamo in vista della casa dei custodi della diga di Scais, un bacino artificiale costruito nel 1939. Costeggiamo il lago di Scais sulla sinistra seguendo il sentiero e raggiungiamo così la località case di Scais, dove si trovano le indicazioni per la Val Vedello e quelle per il rifugio Mambretti, dato a un’ora e mezza di cammino. Seguiamo quest’ultima direzione prendendo a sinistra sempre sul sentiero 251, che in questo tratto va a coincidere con la Gran Via delle Orobie, superiamo la capanna Messa (ex rifugio Guicciardi) e giungiamo in meno di mezzora all’alpe Caronno a 1610 metri di altitudine.
Proseguiamo sul lato sinistro in direzione capanna Mambretti, come segnalato anche da un cartello, e riprendiamo la salita attraversando in due diversi punti il torrente Caronno. La vegetazione si fa via via più rada e tipica di alta montagna, con gli alberi che lasciano spazio ai rododendri, e dopo una serie di brevi tornanti con accentuata pendenza siamo in vista del rifugio Mambretti caratterizzato da tetto e ante di colore rosso. Il rifugio a quota 2004 metri, gestito dal CAI, non è custodito ed è solitamente chiuso.
Mentre ci godiamo una splendida vista sulle cime orobiche che sovrastano il rifugio Mambretti, tra cui il pizzo di Scotes, il pizzo degli Uomini e la cima Caronno, provvediamo a deliziare anche il palato con un panino allo speck che ci ripaga delle fatiche affrontate durante l’escursione in montagna, grazie al gusto sopraffino dell’affettato di montagna e alla qualità degli ingredienti che scegliamo in abbinamento con lo speck. Sulla base del pane spalmiamo uno strato di crema alle erbe ottenuta tritando insieme formaggio cremoso, erba cipollina e prezzemolo, poi adagiamo le fette di Speck Menatti, quindi una manciata di foglie di valeriana, le noci tritate e infine un uovo in camicia.