03
Feb
Una gita in montagna in val Grosina, nel cuore dell’alta Valtellina, permette di scoprire un angolo della provincia di Sondrio ancora votato ai pascoli e dominato dalla natura, splendidamente conservato dall’uomo che in passato così come oggi lo utilizzava per pascolare il bestiame. Qui il tempo sembra essersi fermato e le imponenti cime delle Alpi fanno da guardiano al maestoso scenario naturale: l’escursione da Malghera, in Val Grosina occidentale, fino ai laghetti a ridosso del confine con la val Poschiavo svizzera, rende un’ottima testimonianza di tali paesaggi d’alta quota.
Partiamo alla volta della Val Grosina raggiungendo il centro di Grosio sulla strada verso Bormio e Livigno e, poche centinaia di metri dopo la chiesa parrocchiale di Grosio, prendiamo la strada che sale a sinistra verso Ravoledo e la Val Grosina. Superata la frazione che sovrasta il paese, dopo alcuni tornanti raggiungiamo l’imbocco della Val Grosina e Fusino, dove troviamo il bivio tra la valle di Malghera (val Grosina occidentale) e la valle di Eita (val Grosina orientale): prendiamo a sinistra e risaliamo la valle occidentale fino all’Alpe Malghera a quota 1937 metri, una splendida piana dominata dalla sagoma del rifugio Malghera e alle sue spalle dall’imponente santuario della Madonna della Neve.
Qui inizia la nostra escursione in Val Grosina. Prendiamo il sentiero 253 in direzione lago di Malghera e passo Malghera che si addentra nella valle a sinistra della chiesa, superiamo una baita e arriviamo fino al punto in cui la pista termina in prossimità del torrente della valle di Malghera. Seguiamo questo punto una seconda traccia che ci porta sul lato opposto del torrente, oltrepassandolo, e poi risale a zig zag con vari tornanti guadagnando quota. Ritroviamo dopo un po’ di tempo il torrente e sbuchiamo su un falsopiano, che percorriamo rimanendo sulla destra fino ad arrivare in vista del lago di Malghera a quota 2316 metri, in uno scenario di natura incontaminata di alta quota.
Il lago di Malghera è il più grande dei 3 laghetti alpini di questa valle. Per raggiungere gli altri laghi possiamo passare a sinistra del lago e riprendere la traccia che sale verso il passo di Malghera (o forcola di Sassiglione, per il versante poschiavino) che introduce alla valle di Poschiavo. Da qui si prosegue poi verso destra in direzione passo Rovano, per poi scendere al secondo laghetto detto lago del Drago in virtù della sua forma simile a un occhio di drago. Da qui è possibile infine prendere il sentiero che conduce al lago dei Laghetti, il terzo bacino della val Malghera, e poi chiudere l’anello ritornando al primo lago di Malghera.
Se dobbiamo preparare un panino per il pranzo al sacco in montagna durante la gita, scegliamo gli affettati più buoni e che danno energia. Oggi optiamo per la coppa, un salume dolce e vellutato che il salumificio Menatti produce senza glutine e senza derivati del latte per venire incontro anche alle esigenze dei celiaci e di chi soffre di intolleranze alimentari. Farciamo il nostro panino imbottito disponendo sulla base del pane alcune fette sottili di formaggio Tosone, il formaggio a pasta morbida che anticamente veniva ricavato dagli scarti delle forme di parmigiano, e mettiamola a scaldare in forno in modo da far sciogliere lo strato di formaggio; quindi mettiamo su di esso le morbide fette di Coppa Menatti, i fichi freschi a tocchetti e infine un filo di aceto balsamico per dare una punta di acidità al tutto.