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Ott
Il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina IGP, l’organismo che riunisce i principali produttori di bresaola a marchio IGP in Valtellina, ha tracciato il consueto bilancio annuale relativo al 2021, un anno non certamente facile che ha visto ancora in corso la ripresa post pandemia ma che ha portato buoni dati per il salume valtellinese.
In generale il 2021 può essere definito un anno di ripresa per la produzione e vendita di bresaola della Valtellina IGP dopo il difficile 2020 segnato da pandemia e lockdown. Nel corso dell’anno sono state prodotte in territorio valtellinese un totale di 13.400 tonnellate di bresaola certificata, in aumento del 6,35% rispetto ai volumi dei 12 mesi precedenti, da parte dei 16 salumifici in provincia di Sondrio membri del Consorzio di Tutela (tra cui anche il Salumificio Menatti).
La materia prima utilizzata per la bresaola (scopri di più sulla carne della bresaola) nel 2021 ammonta a 37mila tonnellate di carne di qualità di provenienza europea e internazionale, anche in questo caso in aumento rispetto al 2020 (+6,19%), mentre i consumi di bresaola nell’anno hanno fatto registrare un volume complessivo di 490 milioni di euro, riportando il salume della Valtellina ai valori pre-covid. Significativo, in particolare, il dato relativo all’impatto economico della bresaola in provincia di Sondrio, in un settore produttivo che coinvolge 1400 occupati, pari a 240 milioni di euro (scopri di più sul ruolo della bresaola IGP nella DOP economy lombarda).
In un mercato italiano che ha visto il consumo di salumi nel 2021 mantenersi stabile rispetto al passato, il principale canale di vendita della bresaola valtellinese si conferma la GDO (scopri di più su quali e quanti salumi mangiano gli italiani). Il segno meno, invece, domina l’export della bresaola nel 2021: ad essere esportate verso l’estero dalla Valtellina sono state “solo” 700 tonnellate di bresaola (-22% sul 2020), pari al 5% della produzione complessiva e a 14 milioni di euro a valore (-24,3%). Le principali destinazioni della bresaola italiana esportata all’estero sono i Paesi UE (Germania, Francia, Olanda, Belgio, Grecia, Regno Unito e Paesi dell’est in particolare) e Paesi extra UE come Svizzera, Serbia, Gran Bretagna, Canada, Arabia Saudita ed Emirati Arabi).
Come sottolineano i responsabili del Consorzio si tratta di dati incoraggianti, specialmente se rapportati alla crisi del settore alimentare legata al periodo pandemico, ma è ancora troppo presto per parlare di una ripresa definitiva del comparto, anche perché sulla produzione ed esportazione di salumi italiani pesano l’incertezza internazionale legata al conflitto in Ucraina e il rincaro dei costi produttivi e del prezzo dell’energia. La visione rimane però ottimista, in particolar modo guardando alla fiducia e apprezzamento per la bresaola che i consumatori italiani continuano a dimostrare.