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La bresaola della Valtellina è universalmente riconosciuta tra i salumi più sani e leggeri, oltre che tra i più buoni e genuini. Le eccezionali proprietà nutrizionali della bresaola sono l’elemento che rende l’affettato tipico valtellinese particolarmente adatto come fonte proteica e alimento ricco di ferro da inserire nella dieta per rimanere in forma, per gli sportivi e per chi desidera un’alimentazione sana. Eppure, nonostante i molteplici benefici della bresaola, in determinati casi possono esistere alcune controindicazioni che sconsigliano di mangiare bresaola: scopriamo quali.
Le controindicazioni della bresaola riguardano soprattutto la sua composizione nutrizionale e gli ingredienti utilizzati per prepararla. Le persone che soffrono di ipertensione arteriosa devono seguire una dieta povera di sodio per tenere sotto controllo il livello della pressione sanguigna. Gli alimenti con troppo sale sono pertanto esclusi dal regime alimentare per gli ipertesi, ma questo non significa che essi debbano rinunciare alla bresaola: la cosiddetta dieta DASH per chi soffre di ipertensione non esclude il consumo di salumi a patto di scegliere gli affettati con meno sale e di consumarli con moderazione (scopri di più sull’alimentazione per l’ipertensione).
Per quanto riguarda la bresaola in gravidanza, i medici sconsigliano alle donne incinte di consumare alimenti crudi perché a rischio toxoplasmosi, un microrganismo che può causare gravi problemi al feto mentre è innocuo per gli individui adulti: mangiare bresaola durante la gravidanza, trattandosi di un salume crudo stagionato, è dunque da evitare. Ma le future mamme possono comunque guardare il lato positivo: dopo 9 mesi di attesa potranno tornare a gustarla, poiché il consumo di bresaola in allattamento non rappresenta un rischio per il bambino e anzi aiuta il fisico di entrambi gli individui (scopri di più sulla bresaola in gravidanza).
Nessun problema, invece, per chi soffre di intolleranze alimentari: anche chi è allergico al glutine o al lattosio può mangiare bresaola, perché sempre più salumifici – come il nostro – producono una bresaola senza glutine e senza derivati del latte.
Infine, chi assume ossazolidinoni o fa uso di farmaci che li prevedono, per esempio in caso di terapie chemioterapiche, deve prestare attenzione al consumo di bresaola poiché la carne rossa potrebbe interferire con gli ossazolidinoni.
Ci sono poi casi in cui anche chi non soffre di disturbi o particolari problemi di salute è chiamato ad evitare di mangiare bresaola, ma si tratta di casistiche in cui è la qualità o lo stato di conservazione del salume – come per qualsiasi altro alimento – a sconsigliarne il consumo.
La corretta conservazione dei salumi è fondamentale per assicurare che le proprietà organolettiche e la freschezza di questi alimenti si mantengano dopo l’acquisto e dopo il primo consumo, garantendo così la salubrità del prodotto nel momento in cui vogliamo mangiarlo. È importante quindi sapere che la bresaola già affettata si conserva per alcuni giorni in frigorifero, mentre per conservare bresaole intere o tranci di bresaola è bene adottare alcuni accorgimenti particolari: scopri di più su come conservare la bresaola.
Per evitare brutte sorprese dobbiamo sempre scegliere una bresaola di qualità, prodotta in Valtellina a partire da tagli di carne di prima scelta: scopri come riconoscere una buona bresaola.
Nel caso di debba proprio rinunciare, quali sono gli alimenti migliori in sostituzione della bresaola senza perdere l’apporto proteico e di nutrienti di questo salume? Scoprili in questo articolo.