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Ott
Quando si avvicina la fine dell’anno è tempo di fare bilanci sui mesi trascorsi e di scegliere i buoni propositi per quelli venturi. Questo vale anche per i produttori di salumi e insaccati: scopriamo che anno è stato per il fiore all’occhiello della nostra produzione alimentare, la Bresaola della Valtellina IGP.
Se il 2020 era stato l’anno nero per il comparto dei salumi (scopri di più), con una netta contrazione di vendite, esportazioni e produzione a causa delle mutate condizioni del mercato e dei nuovi comportamenti di acquisto legati alla pandemia, la bresaola valtellinese aveva comunque mostrato una buona tenuta limitando il calo al -8,78% rispetto all’anno precedente per quanto riguarda la produzione dei bresaolifici valtellinesi riuniti nel Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina IGP.
I timidi ma evidenti segnali di ripresa che già si potevano apprezzare alla fine dello scorso anno – in particolare le vendite della bresaola in vaschetta confezionata sottovuoto, in crescita rispetto ai dodici mesi precedenti – si sono confermati nel corso della prima metà del 2021. I dati sul mercato della bresaola forniti dall’IRI, uno dei principali enti di ricerca sul mercato del largo consumo a livello internazionale, evidenziano infatti una netta inversione di tendenza nell’anno che sta per concludersi.
Secondo i dati dell’IRI, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente la categoria della bresaola ha fatto registrare fino ad agosto 2021 un volume di produzione superiore di 13,5 milioni di kg (+5,7%) e di 440,6 milioni di euro in più a valore (+4,5%). Torna a crescere nuovamente l’export di bresaola verso l’estero, che tocca quota 1764 tonnellate con un incremento del 18,2% rispetto al primo periodo del 2020 (+14% come incremento a valore), e questa è un’ottima notizia per i produttori di salumi, poiché conferma l’apprezzamento del salume valtellinese all’estero e l’interesse da parte dei consumatori stranieri anche post pandemia (scopri quali sono i maggiori importatori di bresaola dalla Valtellina).
Tra gli altri aspetti che emergono dall’analisi di mercato è l’aumento di consumo di bresaola tra i giovani nell’ultimo anno. Se il 19% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato e mangiato più bresaola tra la metà del 2020 e la metà del 2021, questa percentuale sale al 29% considerando le età più giovani del campione: un dato molto significativo, considerando che il periodo in questione è proprio quello interessato dal primo lockdown. Tra le qualità della bresaola più apprezzate dai consumatori si conferma tra i primi posti la rapidità di preparazione (56%), che ne fa un salume di immediato consumo oltre che un alimento sano e salutare.