19
Dic
Il fenomeno del falso made in Italy colpisce in prevalenza i settori in cui il nostro Paese eccelle ed è per questo che oltre ai casi di capi di abbigliamento o accessori di moda contraffatti sentiamo sempre più parlare di tentativi di imitazione e falsificazione dei prodotti enogastronomici di punta originari dell’Italia e molto ricercati anche all’estero. Tra questi, secondo una delle ultime ricerche, molti sono salumi e affettati.
Asacert, una delle più importanti società di certificazione italiane, ha condotto un’indagine approfondita per rilevare la cosiddetta agropirateria internazionale: false produzioni di alimenti e specialità enogastronomiche italiane che di italiano non hanno nulla, poiché risultano prodotte al di fuori del nostro Paese e sono rinominate con nomi assonanti e ingannevoli, con l’obiettivo di ingannare i consumatori.
Secondo Asacert i falsi prodotti alimentari italiani generano un volume d’affari globale pari a 100 miliardi di euro ogni anno, una cifra che è il triplo dell’export alimentare del nostro Paese ed è in costante crescita nell’ultimo decennio (+70% rispetto a 10 anni fa). Il falso made in Italy è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, ma un quarto dei casi si riscontrano solo negli Stati Uniti per un valore di 23 miliardi di euro.
Al primo posto della classifica dei prodotti alimentari made in Italy falsificati ci sono i latticini e in particolare i formaggi, autentiche eccellenze della tradizione casearia italiana. In tutto il mondo i falsi formaggi commercializzati rappresentano il 40% del totale dei prodotti contraffatti: alcuni esempi sono il Parmigiano Reggiano, che diventa Parmesao o Parmesan, il Grana Padano chiamato Reggianito o Grana Pompeana, il provolone, il finto pecorino romano prodotto a partire da latte di mucca anziché di pecora. Ma il prodotto italiano più contraffatto è la mozzarella, che in alcuni Paesi è venduta con il nome “zottarella”.
Al secondo posto ci sono i falsi salumi italiani, che ammontano al 30% del totale. Si tratta di contraffazioni degli insaccati e affettati più famosi prodotti in Italia ed esportati in tutto il mondo, che spacciano per italiani prodotti che italiani non sono. Tra i salumi più contraffatti troviamo il salame, una specialità norcina di lunga tradizione artigianale (scopri di più sulle origini della norcineria) che in ogni regione della penisola è prodotta secondo modalità e ingredienti diversi. Proprio la varietà regionale e l’indicazione geografica sono il bersaglio preferito della pirateria alimentare, che commercializza falsi salami Milano, toscano, calabrese, veneto o con indicazioni di città quali Genova, Firenze o Napoli che nulla c’entrano con l’effettivo luogo di produzione.
Anche la mortadella fake è diffusa: spesso chiamata “mortadela”, viene prodotta a partire da carni non di suino (scopri l’origine dell’autentica Mortadella Bologna) o riporta indicazioni geografiche erronee come nel caso della fantomatica mortadella siciliana.
Sul gradino più basso del podio, con una quota del 15%, ecco i sughi spacciati per italiani che però non rispettano ricette e ingredienti della tradizione culinaria nostrana: su tutti il falso ragù alla bolognese, ma non mancano le preparazioni che storpiano la secolare storia dei condimenti all’italiana.
L’ultimo caso più eclatante è quello del Prosek, il falso Prosecco croato a cui i produttori veneti hanno recentemente dichiarato guerra, ma sono tanti i vini non italiani venduti all’estero come originali: proprio il prosecco è il più contraffatto (si va dal Consecco al Kressecco), seguito dal finto Chianti.
Basil Pesto, Spicy Thai Pesto e molti altri esempi: condimenti spacciati per pesto alla genovese ben lontani dalla ricetta originale della specialità ligure a base di basilico e pinoli che tutto il mondo ci invidia.