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Il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina IGP, che riunisce i produttori valtellinesi del salume certificato tra cui anche il Salumificio Menatti, ha tracciato un bilancio dell’anno 2020: dodici mesi sicuramente molto difficili a causa del covid, ma che lasciano intravedere spiragli di ripresa.
Il comparto dei salumi e carni lavorate è stato inevitabilmente colpito, come l’intero settore alimentare, dalla pandemia iniziata nei primissimi mesi del 2020. Periodo al quale i salumi made in Italy si presentavano forti di una importante crescita iniziata già nel corso del 2019, ma che tuttavia si è dovuta arrestare in coincidenza con il primo periodo di lockdown in Italia nel mese di marzo: il momento iniziale dell’emergenza covid, infatti, ha comportato una forte oscillazione dei prezzi delle materie prime dei salumi, nonostante questi prodotti siano rimasti tra i più apprezzati dai consumatori.
A incidere negativamente sulle vendite sono state soprattutto le limitazioni agli spostamenti, le preoccupazioni crescenti e le mutate abitudini di acquisto: i consumatori hanno preferito da un lato evitare l’acquisto dei salumi freschi al banco a causa dei possibili rischi di assembramenti e contagio, dall’altro optare per prodotti di prezzo più basso rispetto ai salumi di fascia alta come la bresaola certificata.
Così come significativa è stata anche la riduzione delle occasioni di consumo fuori casa, con l’adozione diffusa dello smart working: eppure la Bresaola della Valtellina rappresenta l’alimento ideale anche per gli spuntini di metà giornata, per mangiare sano lavorando da casa e aiutare la concentrazione sul lavoro grazie alla vitamina B che contiene.
La produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP dei 16 salumifici certificati in provincia di Sondrio ha raggiuto nel 2020 quota 12.600 tonnellate, in calo dell’8,78% rispetto all’anno precedente, ricavate da 35mila tonnellate di materia prima di cui il 90% costituito da punta d’anca (clicca qui per scoprire i tagli di carne da cui nasce la bresaola): carni di provenienza certificata, altamente selezionate e di primissima qualità.
Il comparto della Bresaola valtellinese certificata ha raggiunto nel corso del 2020 un valore di consumo pari a 454 milioni di euro. Le esportazioni di Bresaola IGP sono state pari al 7% della produzione, pari a circa 900 tonnellate di prodotto, dirette prevalentemente nei Paesi dell’Unione Europea (il 72%) e in buona parte anche nel resto del mondo, dalle nazioni extra UE come Gran Bretagna e Svizzera fino agli Emirati Arabi e all’Oriente.
Particolarmente interessante è il dato relativo all’acquisto della bresaola in vaschetta, che nel 2020 ha raggiunto quasi il 50% della produzione totale del prodotto: delle oltre 12mila tonnellate di bresaola messe sul mercato, infatti, sono state 6mila quelle vendute sotto forma di affettato confezionato sottovuoto, con una crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente. Scopri tutti i vantaggi e la qualità dei salumi in vaschetta
Il consumo di Bresaola della Valtellina IGP, eccellenza gastronomica italiana prodotta in provincia di Sondrio, tiene nonostante una fisiologica flessione legata al virus e i dati diffusi dal Consorzio mostrano incoraggianti segnali di ripresa per tutto il comparto. I salumi di qualità, da subito dichiarati alimento non a rischio covid, continuano ad essere uno degli alimenti preferiti dagli italiani: prima fra tutti proprio la Bresaola IGP valtellinese, che i consumatori di ogni età apprezzano per il suo gusto delicato, la sua leggerezza e il suo importante contributo nutritivo a una dieta equilibrata e sana.