Origine e storia dei nomi dei salumi
Quando diciamo “salumi” immediatamente riusciamo a raffigurarci in mente, in modo molto preciso, un insieme circoscritto di carni trasformate che include al proprio interno tutti i tradizionali prodotti di salumeria italiana: prosciutti, salami e insaccati vari, realizzati attraverso la lavorazione delle materie prime di origine animale (carni rosse e carni bianche). Ma ogni affettato ha il proprio nome, e dietro ogni nome c’è una storia affascinante e antica, a cominciare dallo stesso termine “salumi”.
Salumi e insaccati: origine del nome
La storia dei salumi è lunga migliaia di anni (clicca qui per scoprire di più sull’origine di questi alimenti), quella del termine che usiamo oggi comunemente per designarli risale invece agli antichi Romani. La parola salume deriva infatti dal latino salumen (che letteralmente significa “insieme di cose salate”), di epoca tardo-romana, che veniva inizialmente utilizzato per indicare tutti gli alimenti conservati sotto sale, compreso il pesce: ricorrere al sale per conservare più a lungo i prodotti di carne e i cibi freschi era infatti usanza diffusa. Successivamente, a partire dal Medioevo, “salume” si affermò principalmente per gli alimenti a base di carne, in particolar modo suina. Pare invece meno convincente un’altra teoria che riconduce l’origine del termine a un’antica città cipriota di nome Salamis.
Il termine insaccato invece deriva direttamente dalla tradizione artigianale della lavorazione delle carni, che prevede l’inserimento delle carni lavorate all’interno di un budello, naturale (solitamente lo stesso intestino dell’animale) oppure artificiale.
Scopri quali salumi sono insaccati e quali no
Perché si chiama salame? Spiegazione dei nomi dei salumi
Proviamo ora a ricostruire le origini dei nomi dei salumi più diffusi e conosciuti.
- Speck: l’origine del nome speck è ovviamente da ricondurre al territorio di nascita di questo salume, l’Alto Adige. Si tratta di una parola di origine Settecentesca – nata quindi dopo l’alimento che designa – che significa “grasso e spesso”, tipiche caratteristiche che all’epoca erano riconosciute a questo salume locale simile a un prosciutto affumicato, poi evolutosi fino ai giorni nostri. Scopri di più sulla storia dello Speck
- Bresaola: l’etimologia della parola bresaola è tutt’oggi di origine incerta e affonda in secoli ormai remoti (la bresaola infatti ha una storia antichissima), ma pare certo che il suffisso “saola” si riferisca alla presenza del sale come ingrediente per la conservazione di questo salume di origine contadina. Clicca qui per conoscere le varie teorie sulla nascita della bresaola
- Mortadella: perché si chiama mortadella il salume tipico emiliano (non per nulla noto anche con il nome di Bologna) è presto detto. Il termine latino da cui proviene sarebbe “mortarium” o “murtatum”, che indicava il mortaio con pestello utilizzato per battere la carne di maiale e impastarla poi con sale e spezie: tra queste ultime erano utilizzate anche bacche di mirto, che secondo un altro filone interpretativo darebbero origine alla dicitura “myrtatum farcimen” da cui poi deriverebbe la parola mortadella. Scopri la storia della mortadella
- Salame: l’origine della parola salame è incerta e viene solitamente ricondotta allo stesso vocabolo latino “salumen” (o salamen) che per estensione indicava originariamente tutti i prodotti di carne trasformata; di certo l’affinità con il termine salume è innegabile, così come la radice etimologica che rimanda alla fase di salatura delle carni durante la lavorazione. Sappiamo però che inizialmente per chiamare il salame si utilizzava anche un altro nome di origine celtica: brig, che significa collina, proprio perché in collina si trovavano i contadini che lo producevano artigianalmente nella zona della Brianza, che a sua volta deve il proprio nome alla stessa radice. Scopri come nascono i nomi dei tipi di salame più famosi al mondo