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Qual è il prosciutto crudo più dolce? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare una doverosa precisazione: esistono diversi gradi di sapidità del prosciutto, un salume a cui tipicamente associamo un gusto in equilibrio tra la naturale sapidità di fondo e inedite note salate. Altra nota importante: questo discorso prende in considerazione il sapore degli affettati e non il loro contenuto di sale, anche se inevitabilmente i salumi con più sale saranno anche quelli che all’assaggio saranno percepiti più sapidi.
Nel territorio delle colline parmensi si producono da secoli prosciutti crudi di alta qualità con una ricetta antica e grande rispetto della tradizione, certificata da un marchio DOP e salvaguardata da un Consorzio di tutela che ha recentemente compiuto 60 anni di attività. È in questa zona d’Italia che nasce il prosciutto più dolce di tutti, il crudo di Parma. Questo salume si distingue dagli altri tipi di prosciutto innanzitutto a livello visivo, perché ha una caratteristica forma tondeggiante a coscia di pollo – anche se ovviamente la materia prima del prosciutto è la coscia di suino – che si ottiene mediante la rifilatura delle carni ed evitando di pressare le cosce per rendere più rapida la penetrazione del sale, come invece accade per i prosciutti a chitarra.
Ma un’ulteriore peculiarità che contraddistingue il prosciutto di Parma è la sua dolcezza inconfondibile e senza pari, che ne fa mediamente un prosciutto meno salato rispetto agli altri prodotti analoghi. In particolare, la parte più dolce del prosciutto è considerata quella finale, mentre le fette più sapide sono quelle che si ottengono all’inizio; anche la durata della stagionatura del prosciutto può fare la differenza, poiché solitamente sono i prosciutti meno stagionati ad essere più dolci. In ogni caso, il gusto dolce del prosciutto di Parma è incontestabile e questo permette di abbinare il prosciutto con alimenti salati (grissini, crostini, ecc.) ma anche con cibi dolci (tipicamente la frutta, come nel classico prosciutto e melone) creando sempre contrasti di sapori ben orchestrati.
Ma per quale motivo il prosciutto crudo di Parma è più dolce rispetto agli altri prosciutti? Il segreto sta nella sua lavorazione. Gli ingredienti del prosciutto sono infatti essenziali: cosce suine selezionate e sale. Ma per ottenere il prosciutto di Parma si utilizza poco sale marino e il processo di salagione delle carni avviene in due fasi distinte: prima il sale marino umido viene sfregato sulla cotenna e il sale secco sulla carne scoperta, poi dopo una settimana di asciugatura in appositi ambienti questa operazione viene ripetuta (è il cosiddetto secondo sale). Il secondo periodo di asciugatura è più lungo – 3 settimane – e al termine il sale rimasto viene ripulito via mediante il lavaggio delle cosce.
Il contributo finale al gusto dolce dei prosciutti è dato infine dalla fase di stagionatura: il riposo dei prosciutti dura almeno un anno, ma può protrarsi fino a 18 o 24 mesi e durante tutto questo tempo la brezza marina che soffia verso la collina determina la maturazione completa e definitiva delle proprietà organolettiche del prodotto finale. Si tratta di un processo lento, caratterizzato dall’incontro tra l’aria del mare e quella della montagna, ma fondamentale per ottenere un prosciutto dolce al punto giusto, come nessun altro: per questo il crudo di Parma è chiamato anche il dolce di Parma.