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Ott
Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi di Confindustria, ha pubblicato i dati economici del comparto salumi relativi al 2023, che a conferma di quanto osservato dall’indagine sui consumi condotta a fine anno evidenziano una ripresa del settore dopo la flessione del 2022. Vediamoli nel dettaglio.
La produzione di salumi italiani nel 2023 si attesta su valori simili a quelli dell’anno precedente: 1,151 milioni di tonnellate contro gli 1,143 del 2022, con una leggera crescita dello 0,7% che è comunque un dato positivo perché segna un’inversione di tendenza rispetto a un periodo fortemente condizionato dall’aumento dei costi dell’energia e della materia prima. Importante il dato relativo al valore della produzione: dagli 8.553 milioni di euro del 2022 si passa a 9.168 milioni, con un incremento del 7,2% – valori su cui incidono l’inflazione e come detto i costi ancora elevati della carne per la produzione di salumi; parallelamente però cresce anche il fatturato legato ai salumi made in Italy: +6,6% sull’anno precedente, con 9.498 milioni di euro complessivi.
In tale contesto di complicata ripresa, su cui ha inciso anche il diffondersi di casi di PSA in Italia e le conseguenti limitazioni alle importazioni di prodotti italiani adottate da alcuni Paesi (come per esempio gli Stati Uniti, che hanno messo al bando i salumi italiani con stagionatura inferiore a 400 giorni), bisogna comunque registrare l’ottimo andamento dell’export di salumi prodotti in Italia. Nel 2023 sono state 206.859 le tonnellate di prodotti di salumeria esportate all’estero (+6,2% sull’anno precedente), per un valore di oltre 2.150 milioni di euro (+8,7%): meglio rispetto all’export alimentare nel suo complesso (+6,6% di fatturato) e anche rispetto alle esportazioni complessive di prodotti italiani (ferme al +0,1%).
Il bilancio annuale di Assica presenta anche un’analisi dei consumi di salumi a livello nazionale. La disponibilità al consumo di salumi in Italia nel 2023 si attesta sulle 996,5mila tonnellate, con un consumo pro-capite di salumi di 16,7 kg annui: dati sostanzialmente analoghi a quelli di un anno prima, ma con una flessione del consumo di salumi e carni fresche nel loro complesso (gli italiani mangiano meno carne suina fresca), causata soprattutto dagli aumenti dei prezzi di generi alimentari e bollette energetiche che i consumatori hanno dovuto fronteggiare modificando le loro abitudini di spesa.
I salumi più consumati dagli italiani nel 2023 (in base ai dati sulla disponibilità al consumo) sono stati:
In conclusione, le famiglie italiane nonostante le difficoltà economiche e i rincari degli alimenti non rinunciano al gusto e qualità dei salumi italiani: anche i dati registrati all’inizio del 2024 fanno ben sperare per il buon andamento della produzione.