prosciutto crudo appeso per la lunga stagionatura
Salumi con stagionatura inferiore a 400 giorni banditi dagli Usa

Le nuove restrizioni americane per l’importazione di prodotti di carne legate alla Psa

Le esportazioni di salumi e affettati italiani all’estero rappresentano una fetta importante dell’export agroalimentare nostrano: prosciutti, salami, bresaole e gli altri prodotti di carne stagionati sono da sempre uno degli alimenti made in Italy più apprezzati non solo in Europa ma in ogni angolo del mondo (scopri quali sono i salumi più venduti all’estero). Tuttavia, da uno dei mercati extra UE più aperti a questi prodotti – quello statunitense – arrivano nuove restrizioni.

 

Limiti alle esportazioni di salumi e prodotti di carne italiani verso gli Usa

L’Aphis (Animal and Plant Health Inspection Service), la massima autorità sanitaria nazionale degli Stati Uniti, ha infatti adottato misure preventive per i prodotti a base di carne che provengono da zone interessate dalla diffusione di Psa (peste suina africana), che sta colpendo diversi Paesi e che anche in Italia è stata rilevata in alcuni allevamenti in Lombardia, Piemonte e in Emilia-Romagna. Per impedire la propagazione del virus – innocuo per l’uomo, ma letale per suini e cinghiali – gli Stati Uniti hanno così vietato l’importazione di prodotti originari delle zone di restrizione individuate per contenere la PSA, comprese le zone I cioè le aree senza infezione ma considerate a rischio perché vicine ad aree infette.

I salumifici italiani situati nelle zone di restrizione PSA, di conseguenza, non possono esportare negli Stati Uniti:

  • prodotti di carne fresca;
  • salumi con stagionatura inferiore a 400 giorni.

 

Le merci che verranno spedite in Usa senza rispettare tali requisiti verranno respinte e distrutte dalle autorità sanitarie competenti.

 

Quali salumi non sono a rischio psa per gli Usa?

Le nuove restrizioni Usa su carni e salumi italiani, se da un lato sono destinate a privare i consumatori americani di alcuni prodotti di largo consumo e successo come salame, pancetta e coppa ottenuti da carne suina delle zone di restrizione, lasciano comunque alcuni spiragli per l’export degli affettati italiani.

I salumi che possono essere esportati negli Stati Uniti senza problemi legati al rischio Psa sono:

  • la Bresaola della Valtellina, la cui materia prima non è carne suina bensì carne bovina ed è quindi al riparo da qualsiasi problema di peste suina africana, come testimonia l’ottimo andamento dell’export di bresaola anche nel 2023;
  • i salumi cotti come il prosciutto cotto e la mortadella (quest’ultima sempre più di successo in America: scopri di più), che proprio in quanto sottoposti a cottura non vengono considerati a rischio;
  • i prosciutti crudi stagionati almeno 13 mesi, corrispondenti ai 400 giorni richiesti come garanzia sanitaria dalle autorità Usa, fra cui rientrano alcune tipologie di Prosciutto di Parma DOP (la cui stagionatura varia da 12 a 24 mesi) e il prosciutto San Daniele (il cui disciplinare di produzione prevede una stagionatura di almeno 400 giorni.
Lascia un commento

I campi contrassegnati da * sono obbligatori